per questa OTTIMA guida, ringrazio l'utente "Studio Ghibli" che l'ha creata (
qui la segnalazione originale).
Titolo originale:
Mononoke HimeRegia:
Hayao MiyazakiSceneggiatura:
Hayao MiyazakiMusiche:
Joe HisaishiProduttore:
Yasuyoshi TokumaAnno:
1997Genere:
Fantastico, Avventura, AzioneDurata:
103 min.RECENSIONE (by Cinemazone)Principessa Mononoke rappresenta il magnifico ritorno di Hayao Miyazaki ai grandi temi storici della sua opera: quelli naturalistici e ambientali. Così come in Nausicaa della valle del vento, la violenza e il sopruso dell'uomo sulla natura è la base su cui sviluppare la storia, ma a differenza del passato, focalizza la sua attenzione non su un mondo futuristico ormai devastato e corrotto dagli esseri umani (Nausicaa, la serie tv Conan - ragazzo del futuro), ma sul Giappone medievale, rendendo il suo attacco e la sua denuncia alla razza umana ancora più forte e valida rispetto al passato. Il set per la guerra tra uomo e natura è posto nel periodo Muromachi in un’epoca in cui divinità e demoni convivevano con l’uomo, ed è proprio da tatarigami, un cinghiale/demone che la storia ha inizio, dalla sua irruzione nel villaggio del protagonista, Ashitaka, e la sua maledizione a quest’ultimo che lo costringe a un esilio/viaggio alla ricerca della causa che ha trasformato l’animale in demone, al male che sta corrompendo la natura. Ashitaka troverà quella causa nel villaggio governato dalla sovrana Eboshi, che sta gradualmente disboscando la zona intorno al villaggio per procurarsi legno e spazio, provocando la furia degli spiriti della natura, con cui il villaggio è in guerra. E’ qui che Ashitaka entra in contatto con San, una ragazza allevata dai lupi, che vive immersa nella natura e quindi ne prende le sue difese, schierandosi contro gli umani nella guerra uomo/natura che si sviluppa. Il personaggio di San è forse uno dei più complessi, affascinanti e problematici mai descritti dall’autore giapponese. La Principessa Mononoke del fuorviante titolo italiano brilla di un carisma unico e una durezza che la mette in posizione di contrasto con le eroine precedenti di Miyazaki: ha sì il coraggio e la forza interiore di Nausicaa, ma non ne condivide la dolcezza e la purezza. Cresciuta dai lupi, San ha i modi rudi, una straordinaria forza e un che di animalesco, che la rende un avversario temibile e pericoloso. Non è quindi l’eroina positiva che ci si potrebbe attendere, né impersonifica il bene nella guerra tra uomo e natura, tra mortale e divino, tra terreno e ultraterreno. San, in fin dei conti, si trova a metà tra le forze in gioco. Ma a ben vedere, è difficile identificare i buoni e i cattivi nell’epopea epica di Miyazaki: il mondo che descrive sfugge a una catalogazione così immediata. Da entrambe le parti ci sono motivazioni, giustificazioni, interessi, che spingono le pedine in gioco ad agire nel modo in cui agiscono. Diversi livelli di eroismo contraddistinguono i vari personaggi e li integrano con intelligenza e coerenza nell’intreccio. L’esito stesso della battaglia non porta alla vittoria schiacciante di una delle parti in gioco, ma a un nuovo ordine che rimanda e prolunga la guerra, che sposta le ostilità ad altro luogo e tempo, prolungando e trascinando indefinitamente la lotta per la supremazia tra uomo e natura. Principessa Mononoke è l’opera in cui le tematiche di Miyazaki giungono a completa maturazione e perfetta integrazione nella storia, infatti erano anni che l’autore aveva in cantiere il progetto di questo film, pur con una trama diversa, e solo anni dopo ha trovato la giusta forma per raccontare l’idea che aveva in mente. Forse, potremmo dire, solo alla fine degli anni 90 ha trovato i mezzi necessari per poter dare al film il giusto spessore: si parla infatti del film d’animazione più costoso al momento della sua realizzazione, con un budget complessivo che raddoppia quello già alto dell’altro capolavoro nipponico, Akira.
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